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26/01/2018
Cosa è il CCNL e come si effettua la scelta di quale applicare
Nelle scorse due settimane sono stato impegnato in una consulenza molto interessante e stimolante avente, come argomento principale, l'analisi del contratto collettivo nazionale applicato in azienda anche e soprattutto in relazione alla correttezza della scelta effettuata nella fase di inquadramento aziendale iniziale.
Personalmente trovo che le consulenze e i pareri che abbiano come principali protagonisti i CCNL, siano sempre molto interessanti perché permettono di approfondire un argomento molto vasto, spesso controverso e che riserva sempre aspetti interessanti.
Che cosa è il contratto collettivo nazionale (CCNL)?
In rete, e su qualsiasi manuale di diritto del lavoro e/o di gestione del personale, è possibile trovare numerose definizioni, tutte piuttosto concordanti, di cosa sia un contratto collettivo nazionale. Potevo dunque far mancare la mia definizione? Probabilmente sì ma, come avrete avuto modo di capire, ci tengo ad offrirvi il mio punto di vista.
Il contratto collettivo nazionale, riconosciuto con l'acronimo CCNL, è un accordo avente valore nazionale siglato da rappresentanti dei lavoratori e rappresentanti dei datori di lavoro avente lo scopo di stabilire le regole e la disciplina del rapporto di lavoro individuale stipulato in virtù del su citato accordo. Nella mia attività di docente, per meglio chiarire questo importante istituto, di norma procedo con una semplice analisi letterale:
Contratto: accordo tra due o più soggetti;
Collettivo: avente validità per gruppi di lavoratori e datori di lavoro e non solo per singoli soggetti;
Nazionale: avente validità su piano nazionale;
Lavoro: avente per oggetto la disciplina del rapporto di lavoro.
L'applicazione di un sistema che preveda la disciplina dei rapporti di lavoro mediante degli accordi collettivi, deriva dall'impostazione corporativista degli anni precedenti la Repubblica. La fine dell'ordinamento corporativista rese ineludibile la necessità di ricorrere alla contrattazione collettiva che venne regolata in Costituzione con l'art. 39, il quale impose per i sindacati personalità giuridica e la possibilità di stipulare CCNL validi erga omnes gli appartenenti ad ogni categoria.
Per diverse ragioni, che qui non esaminiamo, l'art. 39 della Costituzione non venne mai del tutto applicato e, pertanto, i CCNL stipulati dai rappresentati dei datori di lavoro e dei lavoratori, non ebbero e tutt'ora non hanno una validità erga omnes.
La mancata applicazione dell'art. 39 ha degli importanti riflessi sull'applicazione o la non applicazione di un determinato CCNL. Per quel che riguarda il presente articolo, ci basta considerare che il datore di lavoro, non essendo obbligato da alcun CCNL, in fase di inquadramento contrattuale si trova a dover decidere quale sia il CCNL che regolerà i rapporti con i propri lavoratori. Ne consegue che sarà proprio il consulente del lavoro a dover indicare al proprio cliente le varie possibilità tra i vari contratti collettivi.
La scelta del CCNL
Veniamo quindi al quesito iniziale di questo articolo: come si sceglie il CCNL da applicare?
La prima analisi è sicuramente sull'adesione o meno del datore di lavoro ad un'associazione rappresentativa dei datori di lavoro. Qualora infatti il datore di lavoro sia iscritto ad un'associazione di categoria firmataria di un CCNL, sarà obbligato ad applicarlo integralmente.
Qualora invece il datore di lavoro sia libero da vincoli associativi, il tema della selezione del CCNL torna preponderante in fase di inquadramento aziendale. Come procedere pertanto? Il primo punto è certamente un'approfondita analisi dell'attività effettivamente svolta dall'azienda. Non mi stancherò mai di sostenere che una delle attività più importanti a cui il consulente del lavoro non deve rinunciare è parlare con il proprio cliente, “entrare” in azienda possibilmente anche fisicamente e fin dalle prime fasi del rapporto professionale.
Determinare l'effettiva attività svolta dal datore di lavoro è dunque il primo passo fondamentale. Può venirci in aiuto il codice ATECO, codice numerico che identifica l'attività del datore di lavoro e che è riportato nella visura camerale. Generalmente i CCNL riportano i codici ateco ad esso associabili ma bisogna fare molta attenzione. Può accadere che il CCNL non riporti il codice ateco associato ad una data attività la quale però può comunque essere dedotta dal testo del CCNL.
È proprio il caso della consulenza di cui mi sono occupato e che citavo ad inizio articolo e che vi spiego di seguito.
Case Study Studio Drazza
Il datore di lavoro che mi ha affidato la consulenza ha come attività principale la garanzia collettiva di fidi, identificata con il codice ateco 64.92.01, e applica il CCNL del terziario, quello maggiormente rappresentativo firmato dalla Confcommercio.
In fase di crescita aziendale e di ampliamento dell'attività, i dirigenti si sono chiesti se non fosse stato più corretto, in fase di inquadramento aziendale, applicare il più specifico CCNL del credito. La questione sottopostami, rispetto al CCNL, ha generato in me più di un dubbio che mi aveva inizialmente portato ad affidarmi al codice ateco indicato nella visura camerale e che veniva riportato nel CCNL del credito ma non in quello del terziario.
Ho pertanto impostato tutta la consulenza da questo presupposto, analizzando a fondo il CCNL del credito, pur tuttavia non avevo la sensazione di aver fugato ogni mio dubbio.
La mattina dell'otto dicembre scorso, complici il silenzio e la tranquillità che solo i giorni di chiusura festiva dello Studio possono regalare, ho deciso di rivedere tutto dall'inizio. Ho estratto dalla banca dati il testo integrale del CCNL del terziario e nelle parte dedicata alla sfera di applicazione, nella sezione e) al punto 33, pur non riportando il CCNL il rispettivo codice ATECO, ho trovato la specifica attività di garanzia collettiva fidi. Ho pertanto rivisto integralmente la consulenza senza avere più dubbi in merito a questo aspetto.
L'analisi e lo studio dei CCNL è una delle attività con cui il consulente del lavoro si confronta giornalmente; certamente ritornerò spesso su questo tema in futuri articoli raccontando altre esperienze maturate. Quello che posso concludere rispetto a quanto vi ho raccontato è che, nella selezione del CCNL, non possiamo mai affidarci al solo codice ateco ma è indispensabile un'analisi approfondita del testo integrale e delle sezioni dedicate al campo di applicazione. Infine, e non mi stancherò mai di sostenerlo, è assolutamente necessario conoscere il cliente, informarsi, entrare nel merito dell'attività aziendale, della struttura e dell'organizzazione aziendale per offrire una consulenza su misura.